La tiroide è una ghiandola endocrina importantissima e, il suo mal funzionamento, si riflette non solo sul peso (generalmente il sintomo che preoccupa di più perchè più evidente) ma anche sul funzionamento dell’intero sistema neuro-endocrino. Come conseguenza della disfunzione tiroidea e dell’abbassamento dei livelli circolanti di ormoni tiroidei (alcune volte può succedere che il titolo ormonale non risulti alterato) possono verificarsi disturbi cardio-circolatori, disturbi dell’umore, stati ansia e panico, disturbi osteoarticolari e della sessualità. I sintomi e i segni della malattia sono differenti nel caso si parli di ipertiroidismo ovvero quella condizione di aumento della funzione tiroidea, o ipotiroidismo, la condizione di diminuzione della funzione tiroidea. Le cause possono sono molteplici ma è possibile riuscire a prevenire o ritardare alcune patologie tiroidee, mantenendo una dieta varia e correttamente bilanciata, limitando e non eliminando i cibi che possono influire sulla tiroide e facendo attività fisica quotidiana mediamente intensa ( per esempio una camminata veloce di almeno 40 minuti).
Un toccasana per l’equilibrio della tiroide sono le pere, le pesche, le noci brasiliane, l’avogado e tanti altri frutti esotici (papaya, mango).
Ricordo:MANGIA TUTTO SENZA ESAGERARE, EDUCA LA MENTE A NON CHIEDERE CIÒ CHE NON SERVE.
Ipotiroidismo
Le cause di un rallentamento della funzione tiroidea sono molte e possono essere dovute a una carenza di iodio nella dieta, a un difetto del segnale a monte della tiroide (ipopituitarismo), a un difetto della tiroide stessa, a un malfunzionamento di alcune proteine (enzimi) che portano alla formazione degli ormoni tiroidei e a fattori autoimmunitari.
L’ipotiroidismo autoimmune è quella condizione in cui il sistema immunitario attacca e distrugge le cellule della tiroide. Questa patologia può comparire improvvisamente o evolversi gradualmente nel corso della vita. La più comune è la tiroidite di Hashimoto in cui sono prodotti autoanticorpi anti-perossidasi tiroidea e autoanticorpi anti-tireoglobulina, distruggendo le cellule della ghiandola tiroidea e agendo sulla formazione degli ormoni stessi. I sintomi più riportati sono stanchezza, svogliatezza, aumento di peso, sensazione di freddo, pelle secca, costipazione intestinale, crampi muscolari e, in alcuni casi, gozzo (ingrossamento della tiroide).
Gli alimenti che si tende ad eliminare nel caso di ipotiroidismo da carenza di iodio sono:
le verdure crucifere (cavolfiore, broccoli, verza), le rape, le carote,ravanelli, i legumi, soia, i latticini, semi di lino, alcuni amminoacidi contenuti nella carne.
Tali cibi, detti gozzigeni, ostacolano la captazione di iodio da parte della tiroide e l’inibizione della sintesi di ormoni, con conseguente aumento delle dimensioni ghiandolari; alcuni loro componenti possono favorire l’eliminazione di iodio dalla tiroide. Per tal motivo sono da consumare con moderazione ma non elimitati dalla dieta. Questi effetti infatti sono riferiti all’assunzione di dosi molto elevate di crucifere (1,5 kg al giorno), mentre, a livelli di consumo nell’alimentazione umana, prevalgono gli aspetti benefici, dovuti alla presenza di componenti ad altissimo valore nutrizionale, come un’altissima capacità antiossidante, cardioprotettiva e antitumorale. L’ipotiroidismo è trattato in alcuni casi con terapia sostitutiva ormonale e alcuni cibi possono interferire con il assorbimento del farmaco. Tra questi ricordo i cibi ricchi di calcio (latte, formaggi e yogurt ) e i supplementi del ferro. Il calcio e il ferro sono però importantissimi per il buon funzionamento dell’intero sistema corpo quindi non devono essere eliminati dalla dieta ma è consigliato consumarli semplicemente a distanza nel tempo dall’assunzione del farmaco (almeno 60 minuti). Deve essere regolato anche l’uso di alghe che, oltre ad essere molto ricche in iodio, contengono moltissimi altri micronutrienti che possono incidere indirettamente sulla funzionalità tiroidea. Ricordo che anche un eccesso di iodio può arrecare danno alla funzionalità tiroidea. Un importante micronutriente che aiuta la tiroidea nella sua attività è il selenio. E’ un micronutriente indispensabile sia nella formazione degli ormoni tiroidei che nella detossificazione delle cellule tiroidee come di tutte le cellule. Bassi livelli di selenio, sono stati associati a un maggior rischio di cancro alla tiroide. Alcuni medici integrano la terapia farmacologica con integratori di selenio. Se si vuole affiancare una terapia alternativa supplementare alla farmacologica è necessario rivolgersi a figure professionali competenti (Medico, Biologo nutrizionista) che devono collaborare al fine di applicare la forma d’integrazione più ottimale.
Ipertiroidismo
L’ipertiroidismo è una condizione patologica dovuta all’aumento della funzionalità tiroidea che si esprime con un aumento dello dispendio energetico. Questa richiesta energetica deve essere compensata con un aumento dell’introito calorico e, lo squilibrio tra richiesta energetica e introito calorico a favore del perdita energetica, determina una riduzione anche molto ingente e veloce di peso. I sintomi più frequenti sono nervosismo, sudorazione, intolleranza al caldo, stanchezza muscolare, diarrea e dimagrimento nonostante l’appetito aumentato. Spesso sono presenti disturbi sessuali come irregolarità mestruali ed eiaculazione precoce. Il risultato estremo della malattia se non curata, può portare a una perdita di proteine muscolari e altri problemi metabolici anche piuttosto rilevanti come tachicardia, stati d’ansia o di panico, esoftalmo (occhi sporgenti), problemi osteoarticolari, problemi della sessualità. L’ipertiroidismo può danneggiare le ossa se non trattato e in alcuni casi è stato correlato con la genesi dell’osteoporosi.
Al pari dell’ipotiroidismo può essere provocata da a un difetto nella segnalazione da parte della ghiandola pituitaria, a un difetto della tiroide stessa, a un malfunzionamento di alcune proteine (enzimi) che portano alla formazione degli ormoni tiroidei e a fattori autoimmunitari (Basedow-Graves, Tirodite autoimmune di altro genere).
In caso d’ipertiroidismo è bene eliminare tutte le sostanze eccitanti il sistema nervoso: caffeina, cola, bevande energetiche, e l’ eccesso di proteine animali. Può essere utile consumare verdure crucifere (broccoli, cavoli, cavolfiori e rucola).
Questi ortaggi, come già detto precedentemente, contengono una sostanza implicata nella limitazione della produzione di tiroxina. Per aumentarne l’effetto le verdure in questione andrebbero consumate crude. I carboidrati non devono essere troppi e al limite ci si deve limitare a quelli integrali, da non trascurare assolutamente è il consumo della frutta.
Il sale ( non iodato) deve essere consumato con molta moderazione, cercando di non superare il limite di un cucchiaino al giorno. Anche i prodotti salati, i formaggi affumicati, le carni grasse, i crostacei e le salse piccanti sono da consumare con parsimonia.